sabato 19 ottobre 2019

Scontro intergenerazionale come deterrente della memoria

In questi giorni circolano pseudo-proposte finalizzate ad abbassare l'età del voto e  portarla ai 16 anni, in realtà questa che dovrebbe essere una semplice amenità purtroppo non è tale in quanto la finalità di questo messaggio ha un altro proposito: quello di togliere il voto agli anziani e porre in essere uno scontro intergenerazionale.

Non è un caso che proprio Beppe Grillo (settantunenne al momento in cui scrivo) faccia proprio quanto sopraesposto per sottolineare l'importanza del negare il voto agli anziani rendendo sempre più palese la sua ubbidienza ai padroni del discorso ed essendo riuscito a veicolare il dissenso nel vicolo cieco del Movimento 5 stelle (camera di scoppio controllata). Mission accomplished, thanks Beppi (sotto un video di 6 anni fa dove l'istrione genovese indica i "veri ladri di futuro")...



Come già scritto, da un quarantennio alle scuole elementari veniva (e viene) praticata una sorta di terrorismo psicologico sia sulla fine delle risorse (un quarantennio fa ci dicevano che il petrolio sarebbe finito entro la fine del secolo allora corrente) e della insostenibilità del sistema previdenziale vista la già allora ridotta natalità rispetto ai decenni precedenti. Successivamente, negli anni '80 si cominciava a parlare del "debito pubblico" come di una colpa (in realtà se c'era una colpa grave era quella del divorzio della Banca d'Italia dal Ministero del Tesoro ad opera di Ciampi e Andreatta che ci ha sottratto la piena facoltà di emissione monetaria) e il mantra che nemmeno troppo velatamente veniva (e viene tuttora) propalato era "abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità". In effetti prima degli anni '90 era possibile andare in pensione con molti meno anni di contribuzione, ma ciò non era un problema reale in quanto comunque c'era già stato il superamento della scarsità produttiva e anzi cominciavano a profilarsi i primi problemi legati alla sovrapproduzione, mentre la tecnologia stava già aumentando la produttività pro-capite, gli unici assets che l'Italia era veramente costretta a pagare con valuta di riserva erano le materie prime, in compenso il comparto produttivo pubblico dell'IRI ne faceva la settima multinazionale più importante del pianeta garantendoci esportazioni abbondanti ed ampio approvvigionamento, grazie alle stesse, di valuta di riserva. In pratica un altro mondo.

E chi già allora aveva l'età della ragione dovrebbe essere ben memore del tenore di vita che c'era prima dell'infamia golpista giudiziaria che dal 1992 ha spazzato via gli ultimi veri politici dal nostro Paese. Le armi di rimbecillimento di massa erano ancora a livello embrionale e la loro mortifera essenza non era nemmeno percettibile (anche se stava già alacremente lavorando), i quotidiani, a differenza dell'odierna triste realtà, erano completamente diversi tra di loro e ognuno di essi dava diverse interpretazioni dei fatti, non dimentichiamo che sino alla propria morte nel 1975 sul Corriere di via Solferino scriveva Pierpaolo Pasolini; i computers e l'informatica erano una nicchia numericamente inconsistente, erano tempi che sembravano ben lungi dal peggiore degli incubi: l'odierno villaggio globale.

"Nell'Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev' essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l'individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità." (Tommaso Padoa Schioppa, "Da Berlino e Parigi ritorno alla realtà", Corriere della Sera, 26 agosto 2003, p. 1).

Ora le colpe della riduzione in schiavitù delle giovani generazioni e quelle in divenire vengono pesantemente attribuite a coloro che hanno semplicemente fruito e grazie a Dio continuano a fruire dei diritti sacrosanti della previdenza sociale, conquistata con il sangue e demolita con i reality, gli smartphones, l'informazione a senso unico controllata dai padroni del discorso, sancendo quindi che gli stessi diritti ora in via di estinzione siano stati distrutti proprio dai loro fruitori (quelli che "rubano il futuro ai giovani").

Tutto questo ha purtroppo una finalità ben precisa, si vuole instaurare uno scontro generazionale per mettere a tacere per sempre la memoria, e vista la relativa scarsità di giovani autoctoni, con la scusa della crisi demografica si fanno sbarcare orde oceaniche di clandestini non a caso in età militare e si rende la gioventù  autoctona sempre più rimbecillita e incapace di reagire grazie alla tecnologia (smartphones e non solo) e al cosmopolita e "progressista" rumore di fondo, i padroni del discorso vogliono espiantare ogni tipo di radice territoriale che plasma l'individuo in divenire, trasformandolo in "cittadino del mondo" e assimilandolo in toto ai nuovi "ospiti" che condivideranno con esso un futuro votato alla falcidiazione dei diritti; la memoria di chi ha vissuto tempi migliori e sa che si può vivere molto meglio assumendo un paradigma che aveva funzionato benissimo sino all'alba degli anni '90 è il peggior nemico dei potentati che già con leggi sull'eutanasia stanno lavorando per sbarazzarsi anche fisicamente di questi ostacoli umani in età di climaterio o senescenza.

“Quando si sorpassano i 60-65 anni, l’uomo vive più a lungo di quanto non produca e costa caro alla società. L’eutanasia sarà uno degli strumenti essenziali delle nostre società future. Il diritto al suicidio, diretto o indiretto, è perciò un valore assoluto in questo tipo di società. Macchine per sopprimere permetteranno di eliminare la vita allorché essa sarà troppo insopportabile, o economicamente troppo costosa” (Jacques Attali, “La médicine en accusation“, in AA.VV., L’avenir de la vie, Seghers, Paris 1981, pp. 268-274).

Queste parole agghiaccianti di Attali (putativo padre politico di Macron) mostrano plasticamente quanto il monetarismo odierno votato alla scarsità di moneta circolante sia stato e sia l'arma più micidiale di cui le élites a tutt'oggi purtroppo ancora dispongono e abbondantemente utilizzano soprattutto nella frase che termina la citazione: "Macchine per sopprimere permetteranno di eliminare la vita allorché essa sarà troppo insopportabile, o economicamente troppo costosa”.

Stiamo assistendo inoltre allo smantellamento della bellezza e del decoro, la prima demolita mediaticamente (sedicenti artisti, musicisti e architetti di questi tempi, il degrado delle città grazie all'incuria e all'arrivo incontrollato di clandestini) e fisicamente (vedasi Notre Dame), il secondo (il decoro) che non fa più parte nemmeno della semantica delle élites che ormai sguaiatamente e senza un filo di vergogna diffondono tramite ammaestrati servi le loro direttive incuranti della durezza del loro contenuto e delle ripercussioni sia sull'opinione pubblica che sul futuro di noi tutti. Costoro non hanno più decoro perché probabilmente non ne hanno più bisogno, convinti di aver già vinto la loro guerra contro la memoria, la storia e la bellezza.

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