domenica 3 settembre 2017

Analfabetismo funzionale e il lessico della neolingua orwelliana left-sided

Nauseabondi neologismi e storpiature grammaticali inconcepibili in tempi in cui qualche scampolo di buonsenso ancora aleggiava in questo pianeta sono ora stati sdoganati da "autorevoli" intellettuali dell'UNESCO quali "analfabetismo funzionale" e ben più recentemente dal Chicco nazionale altre perle quali "webeti".

Bene, tralasciando ma anche no il parassitismo di organismi internazionali ad redditum quali UNESCO http://www.ilgiornale.it/news/cosa-si-nasconde-dietro-targa-unesco-1291709.html mi soffermerei sulla definizione di analfabeta funzionale in quanto assai interessante soprattutto nella sua formulazione e finalità: "persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità" (da Wikipedia).

Bene, quello che penso della definizione di "analfabeta funzionale" è esattamente questo



Ovvero i significati enunciati in questo video: cazzeggio lessicale a scopo goliardico.


Ma un conto è la mia interpretazione, un conto è quella dei sinistri che invece si fanno paramento di questa definizione definendo analfabeti funzionali tutti coloro che si esprimono in modo non conforme alle linee guida del loro "politicamente corretto". Di tal guisa anche il neologismo "webete" coniato dal Chicco Mentana che semplicemente ha partorito un semplice sinonimo di tale infamante sentenza peraltro mai richiesta da nessuno. Infatti i sinistri si sono subito fatti portavoce di questa disamina che ha fondamenti scientifici ben al di sotto di quelli di Lombroso per qualificare quali webeti o analfabeti funzionali tutti coloro che non si allineano al pensiero unico del politicamente corretto con un timing (termine che odio, ma che al momento non riesco a sostituire in italiano) di incredibile celerità: Brexit, elezione di Trump e Referendum del 4 dicembre, trovandosi con risultati ben fuori tolleranza dai propri desiderata.
Così, come tutte le organizzazioni ben strutturate si è puntato su un piano B, ovvero sul fatto che in Gran Bretagna i favorevoli alla Brexit erano analfabeti funzionali e webeti anziani e i ggggiovani Erasmus britannici hanno votato diversamente, lo stesso vale per gli elettori di Trump e per i "no" al referendum in Italia, tutti buzzurri non conformi al pensiero unico.

Seguono sempre da quella parte politica disamine e messe in dubbio del sistema democratico con argomentazioni del tipo. "visto che non ragionano come noi (ergo sono dei deficienti) siamo sicuri che dare loro l'opportunità di partecipare a un suffragio sia benevola, ovvero, se ce li togliamo dai coglioni e facciamo votare solo chi vogliamo noi non è meglio?";  in sintesi il pensiero unico "progressista" dei politicamente corretti. 
E in questa direzione si procede con vere e proprie delazioni degne di Pol Pot http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13227524/comune-milano-sportelli-antirazzisti-arci.html non in mano a organismi statali, ma a organizzazioni non governative e legittime come l'associazione della vendita dei "ghiaccioli in Lapponia". 

A parte il parossismo quasi comico, ma rivelatore della Botteri nella notte in cui Trump sbaragliò la Clinton


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qualche fenomeno è ancora in grado di dare un senso compiuto al concetto di "analfabeta funzionale"?

Soprattutto alla luce dei connotati di IQ (quoziente intellettivo) che riguardano la nostra Nazione ben esposta in questo grafico chi continua a insultarci parlando di "analfabetismo funzionale" al 70% quando i test di intelligenza vanno ben oltre alle supposizioni UNESCO e noi italiani siamo al 5° posto come quoziente intellettivo su scala globale e al primo posto in Europa https://iq-research.info/en/page/average-iq-by-country non potrebbe cominciare  con lo sciacquarsi la bocca?