lunedì 12 ottobre 2020

Ovinità di gregge

In primo luogo vorrei mostrare dei numeri di qualche giorno fa e mi limiterò a questo per ciò che li riguarda.


In secondo luogo inserisco una considerazione di Alberto Villani, membro del Comitato Tecnico Scientifico per l'emergenza COVID e i commenti li lascio a chi legge.

Quando il potere costituito sa di avere abbattuto i limiti e potenziali ostacoli che potevano contrastarlo ritiene giustamente che il pudore sia un inutile sforzo cosmetico e ben volentieri si smarca da esso mostrandosi per quello che è. 

Il tutto è perfettamente sintetizzato anche in un passaggio di una preconfezionata intervista a un lucano Ministro della Sanità laureatosi in scienze politiche nella politicamente correttissima trasmissione di Fabio Fazio:

Ministro Speranza: "Vieteremo le feste private in casa."
Fabio Fazio: "E come farete a controllare?"
Ministro Speranza: "Confidiamo che ci perverranno segnalazioni."

Se qualche bell'animuccia ingenua pensa che la risposta di Speranza (nomen-omen) sia peregrina mi dolgo di smentirlo, visto che il plagio antropologico già sperimentato in altre occasioni con enorme successo ha avuto esiti ben "migliori" delle aspettative di lor signori. D'altronde da Tangentopoli in poi non siamo certo inconsapevoli dei potenziali danni degli info-imbecilli, coloro cioè che acriticamente si bevono volentieri tutte le porcherie propalate da giornalisti e conduttori che ormai utilizzano la spina dorsale per strisciare nella pressoché totalità della loro categoria professionale. Allego dai social alcuni screenshot di alcuni "influencer" che hanno preso posizioni ben nette sicuri che una fetta importante di popolazione le condivide appieno.

Da una parte quindi abbiamo un vero e proprio elogio alla delazione da far impallidire l'efficienza della STASI di teutonica e spietata memoria, dall'altra il pubblico ludibrio sui dissenzienti in salsa "panem et circenses" con trionfali "like" sotto le corbellerie espresse dagli influencers e commenti di approvazione incondizionata ed estremamente compiaciuta, con conseguente desiderio di vedere i cosiddetti "negazionisti" nell'arena, magari mangiati vivi dalle fiere.

Si respira nei confronti dei cosiddetti "negazionisti" la stessa aria fetida delle monetine lanciate a Craxi nel 1993 davanti all'hotel Raphael, utilizzando peraltro un termine improprio di definizione nei confronti dei dissenzienti che funzionalmente alla semantica dei "padroni del discorso" li paragona a chi pratica il negazionismo della shoah.
Nemmeno le veline del fascismo assieme ai cinegiornali dell'istituto Luce avrebbero potuto produrre un lavoro tanto proficuo per gli spin doctor che si sono curati di propalare e trasformare in quello che il compianto Giulietto Chiesa chiamava "rumore di fondo" che tanto in comune ha con i metodi della dottrina Goebbelsiana.

Gli "àpoti" (quelli che non se la bevono secondo la definizione di Prezzolini)  vengono relegati al ruolo di "complottisti", il senso critico è completamente osteggiato dalla semantica pseudo-informativa e l'opinione pubblica ne diventa complice rimuovendo ogni propria considerazione che abbia una logica, in pratica come un gregge di pecore condotte al macello dal pastore, entusiaste per essersi salvate dalle fauci del lupo (che sicuramente ne avrebbe uccise molte meno rispetto al destino che loro spetta).

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