domenica 3 novembre 2019

Ecologismo, briciolesimo e pere cotte

Nella sua giovane vita da banderuola il movimento 5 stelle, pur essendo incoerente rispetto alle istanze iniziali è tuttavia riuscito a mantenere coerenza nelle sue vere strade maestre: il briciolesimo (termine coniato dall'ottimo Maurizio Gustinicchi di Scenari Economici) e l'ecologismo a senso unico (decrescismo), vento in poppa verso il sol dell'avvenire!

Il briciolesimo

Assodato che i paladini dell'Honestah hanno individuato i "veri" problemi dell'italico stivale (kasta, krikka, korruzione, privilegi dei politici) con leggi e proposte a effetto (Holly e Benji) costoro pensano di combattere gli italici mali senza scalfirne in realtà nulla di sostanziale e risparmiando solo su innocue briciole a livello di bilancio. Per farla breve l'ultima proposta nel merito è quella della riduzione del numero di parlamentari in un Paese che in Europa ha già ora assieme a Francia, Germania e Regno Unito la rappresentanza parlamentare più bassa ogni 100 mila abitanti, con il taglio avremmo il felice esito di essere il Paese europeo con minor rappresentanza in assoluto.

Il problema però a mio modesto avviso sta nel fatto che la rappresentanza è direttamente proporzionale al grado di democrazia di una Nazione e il risultato della proporzione è minor rappresentanza = minor democrazia. Ma i nostri beniamini lo fanno per risparmiare, certo e con questa riduzione di democrazia si risparmia ben lo 0,007% delle spese a carico dello Stato. 
Non sia mai che invece di risparmiare solo briciole si cerchi di migliorare il rapporto debito-Pil, magari facendo un po' di deficit e cancellando la clausola di pareggio di bilancio in Costituzione, troppo sostanziale e troppo poco a effetto Holly e Benji.
No, loro tagliano i vitalizi, si dimezzano lo stipendio, combattono i privilegi lasciando pressoché intatti il sostanziale ammontare e l'essenza del disavanzo, ma mostrando orgogliosi le briciole che hanno risparmiato come fossero trofei di un safari. 
A dire il  vero la questione casta-cricca-corruzione-privilegi è effettivamente un problema serio, ma non negli ordini di sostanza e grandezza che intendono i nostri probiviri sbandieratori di onestà; sostanzialmente le tangenti e il malaffare sul territorio sono un atto deplorevole e condannabile, ma è la corruzione extraterritoriale con mezzi legali quella che macina cifre ben maggiori rispetto alle briciole territoriali, per farla breve questi trent'anni di svendite e sacrifici all'altare dell'UE, la progressiva desertificazione industriale, l'ingresso in una valuta a tutti gli effetti straniera che impedisce o danneggia il mercato interno ecc. ecc a vantaggio di altre Nazioni compiute con modalità da far sembrare Quisling e Pétain dei patrioti. Ma di questo ho già parlato abbondantemente e riguardo all'argomento svendite e tradimenti alla Nazione mi fermo qui. 


L'ecologismo tout court

Tralasciando quel che è la mia opinione su una poveretta con le treccine, menomata non tanto dall'autismo, ma dal plagio da parte dei suoi genitori in cerca di visibilità e dai padroni del discorso, negli ultimi anni quando sento parlare di ecologismo, di green, di ambientalismo tout court rabbrividisco considerando che ogni volta che vengono sbandierate queste istanze le implicazioni politiche ed economiche sono sempre disastrose e come risultati esattamente congrue al briciolesimo sopra esposto, in pratica catene montuose che messe insieme partoriscono un topolino, morto.
Tralasciando il fatto che ogni volta che una istanza ecologista viene attuata è solo per il business di pochissimi a nocumento di quella che certi giornalisti con non velato disprezzo chiamano "plebe".
Ciò che voglio meglio focalizzare è il serissimo impatto economico strategico che certe scelte ambientaliste possono trasformare in danni irreparabili.

La siderurgia è un settore strategico di prima importanza per il nostro Paese, l'Ilva di Taranto è in effetti un problema ambientale, ma non certo risolvibile con la chiusura dell'impianto e il licenziamento di 13 mila dipendenti più l'indotto con annesso annientamento di una realtà produttiva di prim'ordine. In questi termini sembra invece che i nostri simpatici ambientalisti honesti si siano proprio mossi nella peggior direzione possibile modificando in itinere le clausole sulle responsabilità penali, in pratica attribuendo all'acquirente (Arcelor-Mittal) anche le responsabilità della gestione precedente l'acquisizione, un suicidio (oppure la malcelata intenzione di chiudere tutto per far contento qualcuno?).

Ma le cose si possono fare sempre peggio e i nostri probiviri dell'onestà stanno proponendo assieme al PD una finanziaria devastatrice con l'introduzione della tassa sulla plastica per imballaggi.
Riguardo al settore strategico della lavorazione della plastica parliamo di numeri:
  • 11 mila imprese;
  • 110 mila persone occupate nel settore;
  • 22% di tutta la produzione europea è ora in Italia;
  • 42% di export sul totale prodotto in Italia;
  • 89% la percentuale di plastica riciclata utilizzata.
Da queste cifre si evince l'entità della potenziale ecatombe industriale che costoro si apprestano a varare.

Ma non è ancora finita, l'aumento delle tasse sugli autoveicoli aziendali è un'altro "coniglietto" che questo governo estrae dal cappello con effetti devastanti come per il resto della manovra.
Per le auto di grossa cilindrata la tassazione passa dal 30 al 100%, per gli altri veicoli semplicemente raddoppia dal 30 al 60%, per auto ibride ed elettriche la tassazione resta la stessa (che strano, visto che Francia e Germania stanno investendo cifre importanti sulla mobilità elettrica e ibrida).

Unendo i puntini risulta quindi ulteriormente chiara la finalità d'origine della fondazione ed etero-direzione cui è soggetto il movimento.

Capri espiatori alla Masaniello o Cola di Rienzo che alla fine del loro compito saranno esposti al pubblico ludibrio procrastinando in modo gattopardesco lo status quo, loro malgrado. Il peracottaro è servito.

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